Architettura spontanea
Edoardo Rosa, nel suo importante contributo alla pubblicazione "Maniago Pieve Feudo Comune", intitolato "Le case e gli uomini nella storia di Maniago" ha individuato le caratteristiche abitative della città che si sono affermate nella storia.
Elemento fondamentale è il raggruppamento delle abitazioni in corti , vasti cortili su cui si affacciano più casette a uno o due piani, con le relative stalle e fienili. Un portone comune dà accesso alla strada pubblica. Può trattarsi di un arco in pietra coperto da tegole e chiuso da due ante in legno o di un androne che fungeva da ricovero e copertura per i carri carichi che giungevano dalla campagna. Dalla parte del cortile opposta al portone il muro di recinzione o le case si apono verso la centa, un appezzamento prativo o coltivato con alberi da frutto o viti. Quasi sempre all'interno delle corti vivono più nuclei appartenenti ad una stessa famiglia che vi risiedono da generazioni.
L'abitazione tipica, a due piani, è molto semplice, costituita da un vano al pianterreno che serve da cucina, soggiorno e principale luogo in cui si svolge la vita familiare. In cucina è presente il fogolâr, una vera e propria istituzione delle case friulane. All'esterno la casa rurale maniaghese è caratterizzata dalla scala in legno, che conduce al piano superiore, dove un ballatoio, che si estende per tutta la lunghezza della facciata, porta alle camere da letto. Spesso la casa ha un secondo piano, il solâr, dove si custodiscono la legna, le fascine e a cui si accede tramite una scala a pioli o con il proseguimento della scala in legno.
A Maniago sono presenti anche delle case di tipo "carnico", con portico al pianterreno, solitamente collegato per mezzo di una scala semichiusa al loggiato al primo piano. Questo serviva per l'essiccazione dei prodotti dei campi, per cui l'esposizione della facciata principale era rivolta verso sud. Dal portico si accedeva alla cucina e alla cantina, mentre la loggia consentiva il disimpegno delle camere. Di questo genere sono numerosi edifici a Maniagolibero e la cosiddetta Casa della Contadinanza, in via Castello.